Compagnia barracellare, le opposizioni chiedono un cambio di vertice. Celentano: «verificheremo quanto emerso in Consiglio»

Mauro Piredda
11/04/2015
Attualità
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Dopo l'approvazione unanime del progetto di valorizzazione aziendale delle terre di “Cuccuru Su Gattu”, il rinvio (anch'esso unanime) della discussione su una permuta a Santa Lucia e l'istituzione della centrale unica di committenza (astenuti Farris, Coronas, Fronteddu e Satta), l'assise consiliare di ieri sera ha registrato un acceso dibattito sui danneggiamenti al rifugio “S'Adde”.

Partendo dagli episodi del dicembre scorso e parlando di danno erariale, il consigliere Antonio Satta ha chiamato in causa l'operato del capitano della compagnia barracellare siniscolese. «Nulla di personale da parte di noi delle opposizioni contro Ciro Spanu, ma l'articolo 14 della legge regionale 25 del 1988, dalla quale discende il regolamento comunale, parla chiaro. È lui che rappresenta la compagnia, la dirige ed è responsabile verso il sindaco del corretto svolgimento del servizio, della disciplina e dell’impiego tecnico-operativo degli addetti al servizio barracellare». «Non pensiamo che i barracelli – ha aggiunto l'esponente di Zente Nova – debbano monitorare quel rifugio 24 ore su 24. Sappiamo però che dopo la consegna dei lavori, in un mese, essi si sono recati nella destinazione 17 volte e solo nove dopo le 22.00. Mettiamo quindi in discussione l'organizzazione dei turni».

Satta ha anche citato congiuntamente gli articoli 2.4 e 5 della legge 25: «Ai barracelli spetta il compito di salvaguardare il patrimonio e i beni dell’ente di appartenenza siti fuori dalla cinta urbana. Ma abbiamo invece scoperto che spesso e volentieri, per ordini calati dall'alto, sono costretti ad operare dentro la cinta urbana trascurando beni pubblici come appunto il rifugio S'Adde. Abbiamo rinvenuto un centinaio di ordini di servizio con il fine di vigilare le case del sindaco e degli assessori. Interventi come questi sono previsti quando sono le forze di polizia dello Stato a farne richiesta al primo cittadino. In assenza di tali convenzioni e di fronte a disposizioni del genere da parte dell'amministrazione, scritte o verbali, il capitano avrebbe dovuto dire di no per orientare le attività dei suoi uomini laddove invece era necessario».

Prima di cedere la parola agli altri consiglieri di opposizione, Satta ha rimarcato le percentuali sulle premialità: «12% nei primi anni e 8% in quelli successivi: si va quindi dalle 6 alle 8 mila euro di indennità al capitano. Io non lo definirei volontariato. E giacché si tratta di soldi pubblici bisogna renderne conto anche applicando l'articolo 25 della legge che parla di revoca dell'incarico mediante deliberazione del Consiglio comunale».

Gianluigi Farris ha esordito ringraziando i barracelli per il loro operato: «da commerciante non posso che essere tranquillo se li vedo davanti al mio bar quando lo apro alle 4.00 e lo chiudo alle 22.00, perciò se da consigliere muovo una critica all'organizzazione delle loro funzioni è solo per migliorare un servizio che io ritengo indispensabile. Dire che noi delle opposizioni “non possiamo vedere i barracelli” è una falsità. Dire loro “non andate al suo bar” è una minaccia». Il consigliere di Idea Siniscola ha successivamente letto alcuni stralci dei referti della compagnia provocando la reazione di Celentano, che ha invitato, pena il proseguo della seduta a porte chiuse «a non scendere sul personale». Tra le letture alcuni fermi (nei referti nome, cognome e soprannome) e le soste «presso la casa del sindaco dalle dieci a mezzanotte e da mezzanotte alle quattro». «Questa è una cosa personale – così Farris – e lo si evince anche dalle soste davanti alla scuola de “Sa sedda”. È le altre scuole?».

«È vero – ha poi chiesto al capitano lì presente – che lei ha sostenuto di voler rinunciare all'incarico qualora la percentuale dell'8% venisse abbassata? È vero che è stata comprata una macchina da 10mila euro senza l'approvazione dell'assemblea e che per sistemarla è stata spesa una cifra persino superiore? Come mai non hanno il vestiario adatto nonostante la Regione dia contributi a ciò mirati? Le 60 multe da 500 euro fatte dai Barracelli che fine fanno? È vero che ci sono persone che, pur assenti da quattro anni, figurano ancora nell'organico?».

Su quest'ultima questione ha ripreso la parola Satta: «La legge, all'articolo 23, parla di rimozione d'ufficio, ma la domanda è un'altra: quando alla Regione si comunica il numero degli iscritti, elemento essenziale per l'assegnazione dei fondi, vengono anche conteggiate persone che non ne fanno più parte?».

Nino Fronteddu, chiedendo all'amministrazione e al capitano di «prendere atto della cattiva gestione e, con senso di responsabilità, di trarne le dovute conclusioni», ha letto le funzioni ordinarie dei barracelli racchiuse nell'articolo 2 della legge 25. Quanto alle “altre attività” (art.5) e alla collaborazione con le forze di polizia, il consigliere di LiberaMente ha rimarcato quanto sostenuto da Satta: «chi ha dato l'ordine di sorvegliare la casa del Sindaco, e anche chi l'ha subito, ha commesso un'azione di utilizzo improprio di quelle risorse umane che hanno altri compiti». «Un cittadino – ha aggiunto – mi disse che uscì dalla compagnia in quanto per lui l'attività del barracello non doveva consistere nel fare la guardia alla casa del sindaco. Chiesi così a Celentano se tale azione rientrava tra i compiti. Lui mi rispose: “Tu sei sempre il solito stupido, ritira subito quello che hai detto”. Dai verbali risulta tutt'altro, quindi attendo delle scuse in quanto non sono né stupido, né bugiardo».

«Il rifugio S'Adde – così Fronteddu – è stato danneggiato quattro volte. Era ed è un obiettivo sensibile. Ultimamente hanno dato fuoco a sos pinnatos, ma i barracelli erano qua a controllare persone civili che occupavano pacificamente il Comune».

Intervento distinto (e apprezzato da Celentano) quello dell'altro esponente di LiberaMente, Pier Paolo Coronas: «fare in modo che questa struttura sia data in gestione per evitare che quanto accaduto si ripeta».

Nella sua lunga risposta Rocco Celentano ha esordito rendendosi disponibile a chiedere scusa a Fronteddu «a patto che anche lui ritiri tutte le sue accuse infamanti rivolte alla mia persona». «Sul rifugio S'Adde – così il Sindaco – abbiamo fatto una scommessa inserendo il progetto all'interno del Sic Montalbo. Personalmente, ma non posso fare nomi, conosco tutte le persone che gravitano nelle adiacenze di quel sito. Non è ammissibile che questa struttura diventi un ricovero di bestiame. Di più non posso dire. Bisogna crescere tutti insieme, per evitare invasioni barbariche e per evitare danneggiamenti contro i quali ci siamo costituiti Parte civile. Chiedo maggiore sinergia per la tutela dei beni comunali e chiediamo che vengano assicurati alla giustizia coloro che cagionano danni».

«Per quanto riguarda la mia casa – ha proseguito Celentano nella sua esposizione – io non ho mai chiesto a nessuno di vigilarla. Se ciò accade è perché sopra di me vi sono altre autorità. Per cui vi prego di non irridere a ciò dato che in passato sono successe alcune cose. Chi irride ha la memoria corta. Nel Tribunale di Milano è successo quel che è successo, può succedere dappertutto». A chi «punta il dito» il Sindaco ha rimproverato una «lettura soggettiva della legge e dei regolamenti». «L'unica cosa che rimane è il danno erariale, una cosa che non fa piacere a nessuno».

«Per il resto – ha proseguito Celentano – tutto ciò che avete detto sarà oggetto di valutazione e trarremo le nostre valutazioni. Io mi sono fatto fare delle relazioni, che hanno un'impronta di legittimità in quanto sottoscritte dal capitano e dalla segretaria. Le cose dette dai consiglieri non risultano. Non risulta, ad esempio, che si chiedono contributi sulla base di barracelli dimessi e che si usino soldi pubblici per finalità non coerenti con la legge. La Regione, fino ad ora, non ha mai chiesto chiarimenti. Inoltre nelle riunioni alle quali ho partecipato non sono emerse situazioni di malessere. Infine, per quanto riguarda il mezzo citato, esso è stato offerto dall'assessorato regionale all'Ambiente. Avevo fatto una richiesta in quanto in precedenza ci veniva puntualmente negato. Chiaramente  tale mezzo richiedeva una manutenzione e la compagnia ha proceduto in autonomia. Per quanto riguarda le multe i barracelli passano tutto ai vigili urbani, sono questi ultimi che istruiscono le pratiche. Se le sanzioni vengono applicate, i soldi vanno ovviamente in bilancio».

Per Donatella Pipere, segretaria della compagnia fino a poco tempo fa, «i consiglieri di minoranza hanno fornito una visione distorta della realtà». «Voi – rivolgendosi a Satta, Fronteddu e Farris – avete citato le funzioni previste dalla legge, ma vi ricordo che il Comune ha autonomia regolamentare e che la compagnia barracellare è subordinata all'amministrazione comunale che può dare funzioni aggiuntive. In riferimento alla salvaguardia delle proprietà affidate loro in custodia la legge apre alla custodia di beni privati sebbene i nostri barracelli non si siano mai avvalsi di questa funzione. Per quanto riguarda la casa del sindaco era un contesto particolare e non spetta a me rispondere».

Su questo punto ha ripreso la parola Fronteddu: «Se la vigilanza alle abitazioni dei politici sono dettate da un ordine di servizio da parte delle autorità superiori, quelle stesse autorità devono scrivere al sindaco che a sua volta da ai Barracelli l'ordine di servizio. Sindaco se è così tu dovresti saperlo perché scrivono a te». Nel merito è intervenuto anche Satta: «Nel regolamento avete aggiunto al comma 5 dell'articolo 2 la salvaguardia del patrimonio e dei beni dell’ente comune di appartenenza anche all'interno della stessa cinta urbana. In ogni modo né la casa del sindaco, né quelle degli assessori sono patrimonio comunale, quindi tutte quelle vigilanze stanno a significare che sono state tolte forze alla vigilanza dove doveva essere fatta».

Pipere, dopo aver risposto a Farris circa una «consegna di panettoni» («non c'è nessun racket dei panettoni caro Tardelli, è vergognoso dovermi giustificare per queste stupidaggini, era una sorpresa natalizia per i barracelli e solo provvisoriamente sono stati custoditi nella mia abitazione»), ha anche affrontato la questione dell'organico: «È la Prefettura che attribuisce lo status di barracello, sta alla volontà di quest'ultimo permanere o meno in quello status. Nessuno può levarglielo, al limite si può sollecitare il soggetto a prendere una decisione».

Satta ha replicato citando l'articolo 23: «Il capitano può attivare provvedimenti disciplinari compresa l'esclusione». «Noi non demonizziamo - ha concluso l'esponente di Zente Nova - ma critichiamo per migliorare, chiediamo che la compagnia venga ottimizzata cambiando il vertice. Aggiungo che sarebbe anche il caso di sancire una rotazione degli incarichi per una migliore crescita del collettivo».

Ultimo intervento quello di Angioletto Fadda: «Questa di stasera è una situazione molto incresciosa e io speravo di non arrivare a questa discussione. Signor sindaco, pensavo che lei con la sua autorità potesse convincere il capitano dei barracelli a prendere la decisione più giusta possibile, ovvero di porre le dimissioni nelle sue mani. Questo non è avvenuto. Ci si arrampica sugli specchi per giustificare un operato che presenta falde. Registro poi che in questo Consiglio ci sono eletti di serie A e eletti di serie B. Perché la polizia privata dei barracelli deve sorvegliare solo alcune case? Noi altri siamo carne da macello? Chiedo ufficialmente che il capitano qui presente riponga le dimissioni al Consiglio. Se ciò non dovesse avvenire io propongo la votazione della revoca dall'incarico in base all'articolo 25 della legge citata».

«Stasera – così Celentano chiudendo l'assise - le dimissioni non possono essere votate in quanto non sono all'ordine del giorno, le discussioni come questa non si votano. Prendiamo atto di quanto emerso stasera, faremo le verifiche, e ritorneremo in aula».


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