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Lavoratori ex Legler pronti a manifestare a Cagliari

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Un gruppo di lavoratori ex Legler dello stabilimento di Siniscola è stato convocato ieri mattina dai sindacati (presso la sala del Consiglio comunale) per fare il punto della situazione sulle prospettive future. Presente Jose Mattana dei tessili della Cgil, il quale ha illustrato i contenuti delle due misure di politiche attive per il lavoro licenziate dalla Regione: “Welfare to work” e “Flexicurity”.

«In merito alla prima misura, dato che il primo bando era destinato ai lavoratori aeroportuali, abbiamo chiesto che ci si orientasse verso i soli lavoratori tessili residenti in Sardegna e regolarmente iscritti al Csl, disoccupati e percettori o non di ammortizzatori sociali. Sono stati impegnati tre milioni di euro e con questa cifra si dovrebbero assumere 200 lavoratori. Alle aziende verrà dato un bonus complessivo di 17.500 euro (5mila per la formazione). Previste anche delle indennità di trasferimento per i lavoratori che dovranno percorrere più di 50 chilometri: 1.500 euro per le lavoratrici con figli minori e mille per tutti gli altri».

Pare che non manchino comunque alcune difficoltà: «Ci siamo lamentati della scadenza, fissata al 30 novembre, ma non si esclude una proroga. Inoltre non ci hanno ancora dato l'elenco delle aziende».

Sulla seconda misura, Mattana ha detto chiaramente che «non produrrà dei grossi risultati, non lo so se abbiamo aziende disposte ad assumere a queste condizioni. La Flexicurity prevede infatti un tirocinio formativo della durata di 6 mesi con 600 euro lordi al mese. Se l'azienda dovesse assumere da 6 a 12 mesi le spetta un bonus di 4mila euro, 6mila per un periodo superiore ai 12 mesi sempre a tempo determinato o in somministrazione, 7.500 se assume a tempo indeterminato. Se invece dovesse assumere prima della fine del tirocinio, all'azienda spetterebbe anche quanto corrisposto al lavoratore per quel periodo. Questo bando era nato per chi era fuoriuscito dalla mobilità in deroga nel 2014, ma siamo riusciti ad inserire tutti i lavoratori tessili espulsi della mobilità ordinaria, altrimenti nessuno di noi ci rientrava. Gli elenchi dei lavoratori devono essere resi pubblici a breve in rete».

Nonostante le problematiche legate alla tempistica del Welfare to work e alla possibilità che per la Flexicurity vi sia un'appetibilità minore da parte delle aziende, Mattana ha asserito che «queste misure sono un vantaggio che altre categorie non hanno. Sono una possibilità che siamo riusciti a ricavarci con le nostre lotte e con le nostre proteste».

In merito ai cantieri verdi, Mattana ha fatto una cronistoria partendo dall'incontro in Regione del 7 agosto per poi entrare subito nelle criticità della Delibera. «Originariamente - così il sindacalista Cgil - queste misure tampone sono state previste solo nel caso del “non funzionamento” delle due misure di politiche attive, però ho fatto aggiungere anche l'opzione del “ritardo”. La delibera, relativa all'attivazione dei cantieri per un valore di 5 milioni di euro e della durata di quattro mesi, è stata presentata dall'assessore dell'Ambiente. Ma è stata bloccata in Giunta in quanto i 5 milioni andavano divisi in 100 comuni interessati alla riforestazione, quindi escludendoci. Nella riunione del 2 ottobre, per favorire la piena estensione dei cantieri verdi, la Giunta ha assunto l'impegno di adottare tempestivamente una nuova delibera relativamente a tutti i comuni interessati dalla vertenza».

In merito ad alcuni comuni del nuorese nei quali i cantieri verdi partiranno senza problemi, Mattana ha fatto un salto all'indietro nel 2010: «la Giunta Cappellacci aveva fatto una delibera relativa alle aree deindustrializzate del Sulcis. L'attuale assessore Maninchedda, allora consigliere regionale di maggioranza, riuscì a fare inserire in quelle aree anche Macomer, Ottana, Borore, Noragugume, Orani e Sarule. Ieri (avantieri, Ndr) mi hanno chiamato dall'assessorato per dirmi che sono state presentate due nuove delibere al presidente Pigliaru. Vedremo di valutare il tutto alla prossima riunione del Comitato di monitoraggio al quale invito – così Mattana rivolgendosi ai lavoratori presenti – una vostra delegazione. Non solo è opportuno che Siniscola rientri tra le aree deindustrializzate, ma sarebbe giusto rivedere alcune parti delle misure Welfare to work e Flexecurity che sono piuttosto limitanti in riferimento alle aziende che non possono assumere parenti».

Mattana ha inoltre spiegato alcuni passaggi relativi ai cantieri comunali che coinvolgono «le ragazze della Rosemary»: «Quei cantieri, poi prorogati, non rientrano nelle misure proposte dalla Giunta, essi dipendono da una leggina che ha fatto il Consiglio regionale in piena autonomia dall'esecutivo. Con tale legge sono stati stanziati tre milioni di euro avviando a questi cantieri quei lavoratori già utilizzati nei comuni. Noi non abbiamo fatto altro che fare aggiungere i 26 lavoratori ex Legler (3 di Siniscola) ultracinquantenni in quanto già utilizzati anch'essi negli Enti pubblici».

Condizione critica, quindi, per gli ex Legler. Rimane in piedi la proposta della mobilitazione: «Dopo gli incontri, come questo, che terremo il 30 a Ottana e Macomer - ha concluso Mattana - contatterò i sindaci del territorio per programmare una manifestazione a Cagliari con il fine di non lasciare indietro questo territorio».

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