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Sant'Antoni 'e su 'ocu. Oggi "su 'olone"

Domenica pomeriggio si è rinnovato l'appuntamento con "su ramasinu"

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Dopo La Caletta, anche Siniscola ha rinnovato l’appuntamento con “su ramasinu”. Le frasche raccolte nelle campagne del territorio sono state portate in processione, domenica pomeriggio, con i trattori ornati di arance e pelli di animali. Tra ieri e oggi, il priorato ha sistemato la vegetazione accatastata intorno al palo che si erge da qualche giorno in piazza Sant’Antonio. Tappe, queste, propedeutiche a quella de “su ‘olone” di questo pomeriggio in onore dell’eremita egiziano, primo degli abati e patrono degli animali domestici e da stalla.

Si dice che tali fuochi, di origine pagana, siano un omaggio alla sua capacità di strappare dalle fiamme dell’inferno le anime dei peccatori. Altre versioni del racconto popolare fanno riferimento all'azione del santo che, con l’ausilio del suo maialino e per mezzo del suo bastone, riuscì a rubare le fiamme dal regno degli inferi per riscaldare la terra.

Come raccontato da Giovanni Grecu, nel suo libro “Luiseddu”, «i giovani contadini e pastori, di solito, si recavano con molto entusiasmo nelle campagne, per raccogliere il rosmarino, il sabato precedente la festa per far ritorno con il loro carico, il giorno successivo». Nello stesso racconto, essi, «con un carro trainato da un paio di buoi, percorrevano le vie principali del paese cantando, offrendo vino ai passanti».

Carro e buoi che, grazie al priorato, hanno fatto la loro ricomparsa proprio domenica suscitando l’approvazione di molti siniscolesi. «Abbiamo fatto rivivere la tradizione – ha dichiarato il priore Gian Franco Usai – e nel nostro carro abbiamo caricato soltanto rosmarino».

Al corteo hanno sfilato circa quindici trattori in rappresentanza di altrettante comitive.

Tutto è pronto per l’appuntamento finale. Oggi, alle 17,30, verrà celebrata la messa solenne in onore del santo e, subito dopo, il fuoco sarà benedetto dal parroco. In concomitanza con l’accensione de “su ’olone”, prenderà vita una breve processione dei fedeli con "sa mazine" (la statua) del santo intorno alla pira. Inoltre, alcuni ragazzi si contenderanno il premio (un maialetto) posto in cima alla catasta.

Non mancheranno i successivi giri intorno al fuoco, il vino e i tradizionali pistiddos, il prodotto tipico che, a Siniscola e non solo, si prepara per l’occasione. Tondo o quadrato, è composto dalla sfoglia esterna e “sa idanda”. Quest’ultima rappresenta il ripieno preparato con miele (a volte anche de “sa sapa”), semola, spezie e buccia grattugiata di agrumi.

«Su 'olone - si legge nel racconto di Grecu - richiamava l'intera cittadinanza: restavano in casa soltanto le persone molto anziane e gli ammalati. I contadini e i pastori, a seconda della direzione cui si sarebbe diretto il fumo del falò, avrebbero saputo per tempo se l'annata agraria sarebbe stata favorevole per gli uni o per gli altri: se il fumo si fosse diretto verso le campagne destinate per quell'anno a "bitathone", e cioè alla coltivazione del grano e di altri cereali, l'annata sarebbe stata buona per i contadini. Se invece il fumo si fosse diretto alle terre destinate a "paperile", e cioè al pascolo per il bestiame, l'annata sarebbe stata favorevole per i pastori».

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