Nuove possibili restrizioni in vista. Se dal primo giorno del mese il Consorzio di bonifica della Sardegna centrale ha disposto il divieto di utilizzo dell’acqua per fini irrigui durante la notte, in mancanza di apporti idrici importanti nei giorni a venire sarà necessario adottare ulteriori provvedimenti. Nell’invaso del Maccheronis attualmente ci sono infatti soltanto 14 milioni di metri cubi d’acqua a fronte di 22 milioni di capienza. Una cifra che non potrà soddisfare le necessità del sistema produttivo agricolo delle zone interessate per la stagione irrigua, alla quale, sottratti i fabbisogni potabili, saranno destinati solamente 9 milioni di metri cubi, a fronte di un fabbisogno medio di 19 milioni di metri cubi, quindi meno del 50%.
Questi dati sono stati recentemente presentati durante la riunione del comitato tecnico della cabina di regia (istituita quattro anni fa dal comitato istituzionale dell’Autorità di bacino della Sardegna) alla quale hanno preso parte le delegazioni degli assessorato regionali dei Lavori pubblici e dell’Agricoltura, dell’Agenzia di distretto regionale, del Consorzio di bonifica della Sardegna centrale, dell’Ente acque della Sardegna e di Abbanoa.
«L’attuale carenza di risorse nell’invaso di Maccheronis – ha rimarcato il presidente del Cbsc Ambrogio Guiso - deriva anche dagli scarichi a mare operati d’inverno per l’esigenza di rispettare, ai fini di protezione civile, il Piano di laminazione statica dell’invaso nonostante avessimo chiesto invano come Consorzio una disapplicazione, anche parziale, nei mesi scorsi».
Prevista quindi per i prossimi giorni, una nuova riunione del Consiglio di amministrazione dell’Ente per stabilire nuove misure restrittive. Senza piogge e senza misure di contenimento per gli utilizzi, soprattutto irrigui, «l’acqua dell’invaso di Maccheronis – prosegue Guiso - verrebbe completamente a mancare, per l’agricoltura, già nei primi giorni del prossimo mese di agosto».
Quanto agli agrilcotori, che nelle parole di Guiso «hanno sempre collaborato in maniera piena», si confida nella loro «buona volontà »: il loro corretto comportamento andrà , però, «sempre verificato, con l’indispensabile ausilio di altri soggetti (componenti del Forestale, Compagnie barracellari, Vigili Urbani ecc.) essendo il numero del personale operaio attualmente alle dipendenze dell’Ente assolutamente insufficiente a tale scopo».
Infine un appello: «Eventuali danni arrecati al comparto agricolo non possono essere fatti ricadere solamente sui consorziati – ha concluso Guiso - i cui tributi (ruoli) andrebbero, in quella zona, ridotti, così come avvenuto in passato, grazie ai contributi concessi dall’assessorato dell’Agricoltura per fronteggiare i danni causati dalla siccità ».

