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Nuovo calendario venatorio bocciato dall'autogestita di caccia “Mataquitta”

non convince l'aumento delle battute di caccia al cinghiale rispetto alla scorsa stagione

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Giovedi 9 luglio il Comitato faunistico sardo, riunitosi per l'occasione, ha deliberato il calendario regionale relativo alla stagione venatoria 2015-2016. Quanto in programma non convince le associazioni ambientaliste: gli “Amici della Terra”, la “Lega per l’abolizione della caccia” e il “Gruppo d’intervento giuridico onlus” non esitano a parlare di un calendario tra i «peggiori di questi ultimi anni»: «non soltanto – si legge in una loro nota  – non rispetta l’arco temporale previsto dal noto “Key Concepts document on Period of Reproduction and prenuptial Migration of huntable bird Species in the EU”, la guida comunitaria in materia, ma in alcuni casi va contro la normativa vigente in tema di caccia».

Queste le decisioni assunte, come riportato sul sito del Grig: «inizio il 3 e 6 settembre, con l’apertura per due giornate intere della caccia alla tortora; caccia alla nobile stanziale: tre mezze giornate il 20 , 27 settembre e 4 ottobre; apertura generale l’8 ottobre con la caccia al germano reale, alzavola, codone, fischione, mestolone, moriglione, gallinella d’acqua, pavoncella, frullino, porciglione, folaga, beccaccino e l’inserimento di marzaiola e canapiglia fino al 31 gennaio 2016; dal 15 ottobre al 31 gennaio, fatte salve le tre mezze giornate del 20, 27 settembre e 4 ottobre, si spara alla beccaccia; per allodola, quaglia, merlo, cesena, salve le tre mezze giornate, si caccia fino al 10 gennaio; caccia al tordo sassello dal 15 ottobre al 31 gennaio; caccia al tordo bottaccio dal 15 ottobre al 31 gennaio; caccia a cornacchia grigia, ghiandaia, colombaccio fino all’8 febbraio; caccia alla volpe fino al 31 gennaio; caccia al cinghiale dal 5 novembre al 31 gennaio, il giovedì e la domenica».

Su quest'ultimo punto, e con toni piuttosto critici, sono intervenuti anche i soci dell'autogestita di Siniscola “Mataquitta” presieduti da Gianluigi Farris: «Siamo venuti a conoscenza – si legge nella lettera inviata al Settore caccia dell'assessorato regionale all'Ambiente – dell'ennesimo scempio nel redigere il calendario in oggetto. Dovete spiegare come si possono consentire tutte queste giornate di caccia al cinghiale. C'è da chiedervi se avete mai pensato ai cacciatori che operano fuori dai loro comuni di residenza: eseguono veramente i dovuti controlli Asl dei capi abbattuti consumando le carni con tutti i conseguenti rischi? Lo stesso dicasi per l'abbattimento dei cinghiali nelle zone a rischio. Siete stati sempre contrari alla caccia sfrenata, al bracconaggio, alle leggi restrittive, ma ora i bracconieri, il giovedì, potranno agire indisturbati in quanto le persone normali vanno a lavoro. Inoltre l'apertura della caccia al cinghiale il giovedì comporta un'assenza quasi totale dalla famiglia e dal lavoro per le persone deboli che antepongono il fanatismo della caccia ad entrambe le cose. Forse non sapete che il lunedì e il martedì occorre controllare le zone dove cacciare, il mercoledì sistemare i cani e riunire la compagnia perché il giovedì si va a caccia. Il venerdì di nuovo al controllo della zona di caccia, il sabato i cani e la domenica di nuovo a caccia. Continuando di questo passo, a breve, oltre alle autogestite scomparirà anche la selvaggina. Chiediamo di riprendere il calendario dell'anno scorso togliendo il 1° gennaio ed inserendo il giorno dell'Epifania».

La proposta di calendario approvata dal Comitato faunistico sarà ora trasmessa all’Ispra (l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale per acquisire il parere tecnico-scientifico – sostanzialmente vincolante – previsto dall’art. 18, comma 4°, della legge n. 157/1992 (che ha recepito le disposizioni comunitarie del 2009). Il nuovo calendario venatorio, ha concluso il Grig, «sarà quasi certamente respinto dall’Ispra (cosa che avvenne anche l'anno scorso, Ndr), costringendo il Comitato a riunirsi nuovamente per vararne uno nuovo».

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